Ho sempre amato la montagna fin da bambino e forse ben oltre l’appartenenza familiare e sono sempre stato affascinato dal mito geologico delle ns. Dolomiti. L’alveo del torrente sotto casa è stato per molte estati dell’infanzia il mio personale Klondike.
Il bivacco, ben diverso dal rifugio, lo vedi da lontano con la sua sagoma familiare. Lo aspetti ad ogni curva perché sei stanco, perché si trovava sempre nel posto più lontano ed invisibile, più difficile da raggiungere. Vediamo allora di illustrare i sentimenti che mi hanno guidato nell’immaginare questo progetto.
Il primo è stato sicuramente quello legato al concetto di riconoscimento: il bivacco lo devi conoscere prima di incontrarlo altrimenti rischi di non vederlo e quindi ho voluto fortemente una forma della, o meglio, nella memoria di tutti noi.
Ho quindi pensato a quale suggestione potesse rimandare il bivacco tradizionale rispetto alle Dolomiti e da qui il pensiero del fossile, il richiamo ancestrale ad una forma un tempo vivente ed ora racchiusa nella roccia e che racconta di un arcaico passato di scogliere e mari.
Ho dunque tradotto questa visione in tre conchiglie che si ergono dalla roccia e sono un tutt’uno con essa, una sorta di super fossili in memoria del mito marino delle ns. montagne. Nella tavola 1 sono riportate le tonalità che dovrebbero assumere i tre manufatti nella versione “mimetica” in piena armonia con il contesto ma, rileggendo l’assunto del documento di indirizzo “... la soluzione dovrà rappresentare l’istituzione Guardia di Finanza...”, nella tavola 2 abbiamo modificato il primo pensiero ed abbiamo immaginato una sorta di tricolore virtuale composto appunto dalle singole parti della ns. bandiera e dove le centine della spirale prendono il colore del vessillo…